Presentata la X edizione del Festival Filosofico del Sannio che si terra’ dal 5 marzo al 15 maggio prossimi e sara’ dedicata a Giovanni Casertano

Momento importante quello vissuto nel pomeriggio nella sede del Rettorato di Unisannio dove è stata presentata la X edizione del Festival Filosofico del Sannio che si terrà dal 5 marzo al 15 maggio prossimi.
Il tema di questa edizione è: “Linguaggio”, un tema difficile da interpretare e soprattutto da proporre, ha detto  Carmela D’Aronzo, da parte dei relatori che animeranno questa edizione. Ma è nella difficoltà che bisogna operare con l’intento di riuscire, ha proseguito il presidente di “Stregati da Sophia”, altrimenti sarebbe tutto molto facile e lì possono cimentarsi tutti.
Se siamo riusciti nell’intento e siamo giunti al decennale, ha detto D’Aronzo nell’aprire i lavori di presentazione del Festival, è anche grazie alla grande sinergia che c’è stata tra noi ed i vari Enti ed Istituzioni.
Il presidente non ha potuto nascondere la sua emozione quando ha ricordato i relatori succedutisi negli anni e che non ci sono più.
A tale riguardo ha annunciato che la edizione di quest’anno sarà dedicata a Giovanni Casertano.
Sin qui, ha proseguito D’Aronzo, abbiamo impegnato 76 relatori e 33 correlatori.
La scommessa è vinta.
La Filosofia ha creato un ponte tra passato e presente con una proiezione sul futuro.
Hanno già aderito al Festival 18 Istituti scolastici tra Benevento, Avellino, Foggia e Caserta ed avremo la presenza di 250 studenti provenienti da fuori città che, assieme a 20 docenti, pernotteranno e soggiorneranno qui da noi per seguire la manifestazione.
I numeri sin qui conseguiti da questa iniziativa sono eccezionali.
Ciascuna edizione, tra presenza e remoto, ha avuto la partecipazione di circa 10mila persone, una affluenza che non si è fermata nemmeno durante il covid.
Gli elaborati più interessanti li abbiamo poi raccolti in una rivista.
A latere degli incontri con i relatori, sono state allestite 10 mostre, 23 momenti musicali nel segmento di filosofia e musica e 10 performance e 7 spettacoli di danza assieme anche ad 8 aperitivi filosofici posti in essere con l’Istituto “Le Streghe”.
C’è stato poi il Concorso “Io filosofo” con circa 1.000 partecipanti nei dieci anni di vita dell’iniziativa e sono state assegnate 100 borse di studio.
Insomma, ha concluso D’Aronzo, abbiamo cercato di non trascurare niente.
Per l’edizione di quest’anno sono già 1.200 gli alunni iscritti in rappresentanza di 18 Istituti scolastici superiori. Gli incontri saranno 13, sia in presenza che da remoto.
La parola è quindi passata al rettore Gerardo Canfora, che ha esordito dicendo che è stato emozionante ascoltare, tutto d’un fiato, quanto realizzato nel corso di questi dieci anni. Questo dimostra che è stata impiegata tenacia ed energia.
Il tema “linguaggio” è centrale rispetto a ciò che sta succedendo soprattutto rispetto all’intelligenza artificiale, ha proseguito Canfora.
Gran parte di quella che chiamiamo intelligenza artificiale manipola il linguaggio utilizzando solo regole statistiche.
Quando rivolgiamo una domanda al sistema esso dà una sequenza di parole probabili che ha letto ed inserito in un modello.
Nel linguaggio c’è la cultura dominante di un popolo.
Tutto questo mi porta a dire brava a D’Aronzo, ha concluso il rettore, per la scelta del tema di quest’anno.
Maria De Feo, vice prefetto vicario, ha voluto anche lei sottolineare l’importanza del linguaggio nella vita di tutti i giorni anche in riferimento al nostro dialogo interiore.
Francesco De Pierro, vice sindaco in rappresentanza anche del sindaco Mastella, influenzato, ha sottolineato la grande disponibilità anche di Antonella Tartaglia Polcini, assessore, che si spende per elevare il dibattito culturale in città.
Sono contento di trovarla nella lista dei relatori anche di questa edizione.
Questo è un Festival che già nel nome “Festival filosofico del Sannio” abbraccia la cultura e non solo della città.
Negli anni esso ha ospitato il meglio dei filosofi nazionali proiettando lo stesso Festival ben oltre i confini provinciali e regionali.
Abbiamo la necessità, ha proseguito De Pierro, di far appassionare le persone allo studio della filosofia.
Come Amministrazione comunale siamo molto contenti per la capacità di coinvolgimento dei ragazzi.
Bisogna diffondere ovunque la cultura del confronto.
Il linguaggio di oggi è distorto e dobbiamo recuperarne uno fatto di positività atteso che sono difficili e pericolosi quelli che appaiono sui social.
Ovviamente anche la politica deve stare attenta ha concluso De Pierro, e convincersi della necessità di utilizzare un linguaggio consono.
A questo punto la parola è passata ad Antonella Tartaglia Polcini, assessore alla Cultura, che ha anche lei accolto con favore la scelta del tema di questa edizione del Festival sottolineando come il linguaggio rispecchi le persone nel loro essere nel mondo e di relazionarsi.
Noi insegnanti siamo abituati all’approfondimento di relazione anche se questo non è scontato.
Il linguaggio intriso di filosofia, ha valenza anche di territorio e per questo farà rimanere nella storia questa iniziativa atteso che essa è già nelle menti e nei cuori di tante generazioni.
Attenzione però, ha concluso l’assessore, perché se il linguaggio si ammala esso diventa pericoloso e tendente ad escludere.
Carmen Castiello, coreografa e maestra di danza, ha concluso gli interventi affermando che loro, i danzatori, sono distanti dall’intelligenza artificiale. E’ rimasto tutto come prima.
Le pause con il Festival sono riempite da parole bellissime.
Il percorso sarà semplice ma toccheremo i vari momenti storici della danza che va oltre il corpo.
Raccogliamo quello che c’è dentro e lo manifestiamo, ha concluso Castiello.
L’evento di questo pomeriggio è quindi proseguito con la presentazione del romanzo “Margherite è qui” di Eugenio Murrali (nelle ultime due foto in basso).
Con questo romanzo, ha detto Murrali, l’autore ci fa comprendere l’urgenza di rifondare il linguaggio, di ragionare sul ruolo e sulle possibilità della letteratura, una riflessione che nasce spontaneamente dal modo in cui racconta una scrittrice innamorata della parola, imbevuta di cultura classica.
Marguerite Yourcenar, ispirandosi, alle grandi prose dei greci e dei latini, ha dato vita a opere che si distinguono per l’altezza del loro linguaggio, per il controllo formidabile del periodare, per la musicalità della frase, per la potenza espressiva.

fonte: https://www.gazzettabenevento.it/Sito2009/dettagliocomunicato2.php?Id=162154

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